Nadira pelle bruna
si specchia nella luna
guarda verso il mare
non pensa più a tornare
cabila agresta
mescalica e funesta
Nadira si spoglia
nell’ombra controvoglia
si muove dentro il buio
come la lama di un rasoio
che porta via con sé
tutto quel che c’è
e viene a malaora
in una volta sola
e viene come un lampo
e non ti lascia scampo
e cerca un attimo per sé
un attimo solo
un attimo solo di luce e di pace soltanto per sé
cerca un attimo solo,
un attimo solo di luce e di pace soltanto per sé
la strada si sveglia
con un rumore di ferraglia
sguardi velenosi
di sbirri malmostosi
Johnny si allontana
fra lo scolo e la marana
in mezzo alle case
in cerca di una dose
e muoiono i ricordi
come guarnigioni inermi
e muore dentro il nero
l’affanno del respiro
il sangue si frantuma
nel cavo della vena
e Johnny è solo un punto
perduto dentro il vento
e cerca un attimo per sé
un attimo solo
un attimo solo di luce e di pace soltanto per sé
cerca un attimo solo,
un attimo solo di luce e di pace soltanto per sé
piove smodatamente
come non fosse niente
piove sopra i cani
randagi fra i rottami
qualcuno tenta un passo
per quello che è concesso
come una dannazione
senza una destinazione
non ha più un argine, non ha più un argine
non ha più un argine la mia randagine