Del vento dire qualcosa
che un poco si torce e un poco si posa
sopra le navi del porto
sui vagabondi dal fiato corto
della virtù sottacere
che non si deve vedere e sapere
quel che c’è dietro l’attesa
quel che c’è al fondo della contesa
e quello che s’affonda nella carne
nel ventre umido delle taverne
mi gusterò il peccato d’averti un giorno baciato
in mezzo al temporale quando non si doveva fare
mi gusterò la colpa ancora un’ultima volta
mi gusterò la fine dentro un letto di spine
dentro la chiesa i parenti
fermi in attesa felici e contenti
l’odore di sacrestia copre il sapore della poesia
fuori fra l’erba bruciata come una bestia braccata
ti aspetto dove tu sai ti aspetto quando verrai
intanto gli anni passano ruggendo
e il tempo piano si va consumando
mi gusterò il peccato di averti un giorno baciato
in mezzo al temporale quando non si poteva fare
mi gusterò la colpa ancora un’ultima volta
mi gusterò la fine dentro un letto di spine
mi gusterò il peccato
fosse anche veniale
e l’onta suo strale